Gino Marotta
Campobasso 1935 – Roma 2012
Il molisano Marotta si trasferisce appena ventenne a Roma, espone per la prima volta nel 1955 ad Anagni e nel 1957 tiene la sua prima personale alla Galleria Montenapoleone di Milano.
Gia nei secondi anni Cinquanta partecipa con Burri, Fontana e Licini a mostre internazionali che documentano all’estero la produzione artistica italiana di quegli anni.
Realizza in questo periodo le serie degli Encausti, dei Bandoni e dei Piombi con la fiamma ossidrica.
Il suo percorso è caratterizzato da una costante ricerca dei materiali innovativi, svolta direttamente nei laboratori e nelle industrie chimiche.
Negli anni Sessanta scopre il metacrilato stampato sotto vuoto, una plastica dura, attraverso la quale inizia a riflettere sul tema del “naturale/artificiale”, rileggendo gli elementi tipici della figurazione artistica, alberi, fiori, animali, nudi, talmente abusati da essere svuotati del loro valore, e li rinnova profondamente, creando un mondo parallelo per lo spettatore.
In questi anni lavora anche come designer per automobili, macchine da scrivere e mobili.
Nel 1967 ottiene una sala personale alla Biennale di San Paulo del Brasile. È tra gli ideatori di una delle mostre più significative degli anni Sessanta “Lo Spazio dell’Immagine” a Foligno.
Nel 1969 espone con Ceroli, Kounellis e Pascali al Louvre.
Incontra Carmelo Bene inizia con lui un’intensa collaborazione, realizzando scenografie e costumi teatrali e cinematografici.
Nel 1971 realizza le scenografie per lo spettacolo Nostra Signora dei Turchi, con una sorta di barriera di vetro con cascate di glicini e rose, che separa gli attori dal pubblico.
Negli anni Settanta porta avanti anche un interesse per la pittura ad olio, anche quest’ambito è caratterizzato dalle sperimentazioni, utilizza infatti particolari emulsioni con cui ottiene effetti di trasparenza.
Nel 1973 partecipa all’esposizione “Contatto-Città-Arte”, nell’ambito della Triennale di Milano, che aveva invitato Marotta, Burri, De Chirico, Arman e Matta a realizzare proposte per l’arredo urbano.
Nel 1974 realizza le scenografie del film Salomè, sempre con Carmelo Bene, gli attori recitano dietro a sculture in metacrilato rosso e giallo, corredate di lustrini e pietre fosforescenti, illuminate dalla luce di Wood.
Nel 1984 ottiene una sala personale alla Biennale di Venezia, esponendo un’opera di grandi dimensioni Le rovine dell’Isola di Altilia.
La sua opera è esposta nei principali musei del mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, al Giappone.
Nel 1988 vince il Premio “Ubu” per la scenografia di Hommelette for Hamlet.
Viene incluso nella collezione del Ministero degli Esteri “Artisti Italiani del XX secolo alla Farnesina”.
Marotta ha realizzato anche opere monumentali come la decorazione del soffitto della RAI di Roma, un’opera di 200 metri quadri, e la decorazione scultorea della facciata della Sinagoga di Livorno.
Ha fatto parte della Commissione Artistica Permanente del Ministero del Tesoro e nel 2000 ha partecipato alla scelta delle immagini da stampare sull’Euro.
Ha insegnato Decorazione Pittorica all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Si è cimentato con la scrittura pubblicando una raccolta di brevi saggi sull’arte dal titolo Rosso Cinabro.
Muore a Roma nel 2012.