Ritratto della Signora Vigliani Ranieri Clelia
1926
olio su tela
100×75
Parallelamente alla partecipazione alla prima mostra milanese del gruppo Novecento, Balla realizza questo ritratto di donna.
Affievolitasi la spinta futurista, Balla ritorna ad uno dei primi amori: il ritratto. Dopo gli esordi, attestati da capolavori quali il Ritratto della madre (1901) o Elisa sulla porta (1904), Balla continua a portare avanti le ricerche nel campo della ritrattistica sino al termine della sua carriera artistica.
Tra le opere che raffigurano giovani e seducenti figure femminili, s’inserisce anche il Ritratto della Signora Vigliani Ranieri Clelia, nel quale Balla dà prova della sua straordinaria abilità pittorica, presentando la protagonista, icona del gusto moderno, in una posa fotografica, così come nel coevo ritratto dedicato alla signora Valentina Alatri.
Accantonati i toni urlanti del Futurismo, l’artista ammorbidisce i contorni attraverso l’uso sapiente delle fonti luminose e delle delicate cromie, realizzando un olio dalla tessitura morbida e compatta al pari di un pastello.
La modella e la stanza che la ospita sono descritti con assoluta precisione, riuscendo a rendere, con grande minuzia di particolari, persino la tromba del grammofono che campeggia sulla sinistra della tela. Grande leggiadria connota l’abito rosa che avvolge il corpo sinuoso della protagonista così come la morbida sciarpa che soffice scende dal braccio di quest’ultima; la figura è impreziosita da un raffinato filo di perle che le cinge il collo. La pittura di Balla, dunque, si evolve in un realismo fotografico, legato perlopiù alla sua interpretazione della contemporaneità.
La passione per la fotografia continua, come in passato, ad essere fonte d’ispirazione, svelando delle profonde consonanze con alcuni dei maggiori fotografi degli anni Trenta. Tra questi si possono citare l’ungherese Ghitta Carrell, il marchigiano Arturo Ghergo e il brasiliano Elio Luxardo, autore dello straordinario ritratto del pugile Primo Carnera che costituisce, senza dubbio, il modello ispiratore dell’analoga immagine di Balla realizzata intorno al 1933.