Natura morta

1949
olio su tela
60,5×52,5

L’opera risale al periodo in cui De Pisis fu ricoverato in una clinica psichiatrica a Bologna a seguito di una malattia nervosa. I tre oggetti, la bottiglia, la tazzina e il vaso, sono collocati su un piano d’appoggio in bilico, con una tensione prospettica impossibile che da un senso di turbamento. La gamma cromatica è dimessa, spenta, giocata sui grigi, i violetti e gli azzurri, su cui agisce, da forte contrasto il nero della bottiglia e delle ombre. I fiori, grandi protagonisti della pittura di De Pisis (che aveva una grandissima cultura botanica), sono vivi ma sempre recisi, quindi destinati a breve vita, testimoni del suo sentimento d’angoscia e di morte.