Incanti cosmici (Incontri cosmici)
1935
olio su tavola
50×65
Acquisito dalla Cassa di risparmio della provincia di Macerata nel 1983 e oggi di proprietà della Fondazione Carima, il dipinto di Prampolini fa parte, insieme ad altri quattro ascrivibili tra la metà degli anni Quaranta e la metà degli anni Cinquanta, della raccolta maceratese del Museo Palazzo Ricci.
La vena di grande sperimentatore di Prampolini, che ha contraddistinto la sua produzione fino agli anni Venti, continua a manifestarsi anche in questa opera, aprendosi alle tematiche dell’Aeropittura e offrendo un’interpretazione del Futurismo in chiave “cosmica” con valenze fortemente immaginative. Da qui scaturiscono soluzioni formali e costruttive di forte impatto fantastico, accentuate da una visione priva di orizzonti, in cui trovano spazio scenari metamorfici, fantasie cromatiche e materiali inusuali.
Nel 1931 l’artista scriveva: “Io vedo nell’Aeropittura il totale superamento dei confini della realtà terrestre, mentre si sprigiona in noi, piloti inestinguibili di nuove realtà plastiche, il desiderio latente di vivere le forze occulte dell’idealismo cosmico”.
Le ricerche pittoriche dell’artista a partire dagli anni Trenta, proprio per questa connotazione immaginativa di spazialità cosmiche e sideree, gli consentono di inserirsi in un ideale dialogo tanto con il Surrealismo quanto con i raggruppamenti non-figurativi parigini quali “Cercle et Carré” e “Abstraction-Création”.
Ciò che distingue Prampolini, dai colleghi firmatari del Manifesto dell’Aeropittura della fine degli anni Venti, sta proprio nell’aver individuato nella matrice organica surrealista, all’interno dell’idealismo cosmico e dell’astrazione bioplastica, la via che lo porterà, al pari di altri artisti, verso l’esperienza materica informale.