Renato Guttuso

Bagheria 1912 – Roma 1987

Protagonista del panorama artistico e politico post-bellico, Guttuso si forma in ambito siciliano nella bottega di un decoratore di carretti.
Nel 1931 si trasferisce a Roma, dove espone alcune opere giovanili alla Quadriennale, si avvicina agli esponenti della Scuola Romana, Mafai, Cagli, Capogrossi, in ottica anti-novecentista. Vive una breve stagione tonale, mediata da una strutturazione del quadro di stampo cézaniano, che ha già in nuce la successiva fase realista.
A Roma sbarca il lunario facendo il restauratore di quadri antichi e collaborando con alcune riviste.
Dal 1935 al 1937 soggiorna a Milano, espone con il gruppo di Corrente, rafforzando il suo interesse per una pittura realista, innestata su posizioni anti-fasciste. I referenti di Guttuso in questi anni sono il Picasso post-cubista di Guernica (1937), l’arte popolare siciliana e la pittura francese del primo Ottocento.
Nel 1938 tiene la sua prima personale alla Galleria La Cometa di Roma.
Nel 1940 si iscrive al Partito Comunista, in seguito partecipa alla Resistenza. Nel 1944 è presente alla mostra “L’Arte contro le barbarie” promossa dal quotidiano «L’Unità».
Nel 1945 compie un viaggio a Parigi e stringe amicizia con Picasso.
Gli anni post bellici vedono Guttuso in prima linea per la creazione di un’arte dai fini etici che produca un radicale rinnovamento nella società, l’arte non può esimersi dal suo ruolo politico, sono anni in cui la politica del Partito Comunista penetra in profondità nelle coscienze degli artisti che avevano partecipato alla Resistenza, si esigono chiarezza e soggetti popolari legati alla loro dimensione lavorativa, oppure temi tradizionali, come le nature morte, trattati con estremo realismo.
Nel 1947 fonda il Fronte Nuovo della Arti, un’associazione di artisti a sfondo ideologico, che ha vita breve a causa della formazione eccessivamente eterogenea, non sostenuta da reali scopi programmatici. Con l’inasprimento della situazione politica, il PCI nomina una commissione culturale presieduta da Guttuso, che mette in guardia gli artisti contro il clericalismo e l’americanismo “mascherati” da arte di sinistra, con specifico riferimento all’arte astratta.
Guttuso esprime, attraverso una serie di nature morte, le tensioni della società dei consumi che fagocita in un mare di rifiuti il contadino inurbato, sradicato dal suo ambiente povero ma naturale, e collocato in una condizione di altrettanta povertà e sfruttamento ma in un ambiente alienante ed effimero.
Nel 1950 si occupa di scenografia e costumi per l’opera di Brecht. A Varsavia ottiene il premio del Consiglio Mondiale per la Pace.
Nel frattempo è presente a molte delle principali manifestazioni artistiche nazionali ed internazionali.
Nel 1961 lavora alle illustrazioni della Divina Commedia.
Nel 1965 realizza la sua unica scultura sul tema del lettore.
Colpito dagli eventi del 1968 realizza un grande pannello murale dal titolo Il giornale murale: maggio 1968.
Nel 1971 riceve la laurea Honoris Causa dall’Università di Palermo.
Nel 1973 dedica un ciclo di opere alla scomparsa di Picasso.
In questi anni continua sulla via del realismo sociale con opere in cui aleggia un profondo senso di morte e di degrado che rispecchia i difficili anni del terrorismo.
Nel 1982 è eletto senatore a vita del PCI.
Nel 1985 affresca la volta del teatro lirico di Messina.
Muore nel 1987, nello stesso anno la città di Bagheria gli dedica un museo nella settecentesca Villa Cattolica, in cui sono raccolte molte opere donate dall’artista alla città.