Fortunato Depero
Fondo 1892 – Rovereto 1960
Considerato l’anima ludica del Futurismo, Fortunato Depero, è forse stato l’artista che maggiormente ha vissuto nell’ottica di quella, che egli stesso definì, “ricostruzione futurista dell’universo”, creando un mondo alternativo popolato di balocchi, pupazzi e marionette.
Nasce in Trentino e si forma inizialmente in area di cultura tedesca ed espressionista.
Nel 1913 si trasferisce a Roma e viene folgorato delle ricerche futuriste di Boccioni sul dinamismo plastico e sulla simultaneità della visione e dalle Compenetrazioni iridescenti di Balla. Quest’ultimo diventa una figura di riferimento fondamentale e suo amico personale e, nel 1915, firmano insieme il Manifesto per la ricostruzione futurista dell’universo, in cui si afferma l’aspirazione del Futurismo ad innovare ogni campo della realtà, ma è anche l’opera futurista in se stessa che mira al coinvolgimento onnicomprensivo dell’esperienza estetica. È una sorta di proposta operativa per far entrare l’arte nella vita. Nonostante il peculiare momento storico è l’unico manifesto che glissa sui temi contingenti della guerra e guarda oltre, in termini ludici.
Dal 1915 inizia un’intensa attività di collaborazione con il teatro, lavorando con Strawinskij e i Balletti Russi: Depero ha una vera e propria vocazione allo spettacolo, inteso come momento qualificante della sua volontà d’intervento globale e di dialogo diretto con il pubblico. Il suo processo creativo è intrinsecamente teatrale, anche quando realizza quadri e sculture.
Nel 1918 inventa, per il Teatro dei Piccoli di Roma, i primi Balli Plastici in cui la marionetta sostituisce l’attore.
Nel 1919 apre a Rovereto la Casa d’Arte Depero, un’impresa artigianale che opera nel campo delle arti applicate, per contrastare la banalità e la serialità degli oggetti d’uso comune, creando arazzi, cuscini, mobili, giocattoli, oggetti d’arredo, improntati a una forte geometrizzazione delle forme, alla stilizzazione di motivi decorativi animali e vegetali e ad un intenso uso del colore.
Nel 1927 pubblica, a Milano, il libro imbullonato Depero Dinamo Azari in cui innova profondamente la pagina tipografica e la comunicazione pubblicitaria. Proprio la pubblicità sarà, a partire dalla fine degli anni Venti, una delle sue attività più significative, si ricordino ad esempio le collaborazioni con Bitter e Campari.
Nel 1928 va a New York dove lavora come grafico per riviste come «Vogue» e «Vanity Fair» e realizza quadri ispirati dalle metropoli americane, con volumi squarciati da tagli di luce, prospettive multidirezionali e grande senso cinetico. Opere che saranno importanti per la nascente Aeropittura.
Tutte queste attività procedono in parallelo per tutti gli anni Trenta e Quaranta.
Nel 1957 progetta la Galleria Permanente, unico esempio di museo futurista, che apre a Rovereto nel 1959.
Muore nel 1960.