Studio per pittura murale
1935/1936
tempera su cartone
50,8×34
Al pari di suo fratello Giorgio de Chirico, Savinio sente il richiamo delle sue origini greche. Egli non guarda alla classicità in modo nostalgico o idealizzato, ma con ironico disvelamento: il suo eroe, nudo e possente, non è raffigurato nella gloria della lotta ma di spalle, mentre in primo piano giacciono le sue armi abbandonate.
L’accostamento del grande pneumatico alla figura del guerriero è tipico del Surrealismo e della Metafisica, volto a provocare lo straniamento dello spettatore.
Il cartone è un bozzetto per i dipinti murali che Savinio realizzò per il palazzo dell’INA a Torino, andati distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale.