Senza titolo

1955
alluminio
25×25

Gli anni Cinquanta portano ad una svolta definitiva verso l’astrazione e soprattutto verso la “poetica del tarlo”, un procedimento poetico che svincola il gesto dell’artista dal materialismo, lasciandolo in balia di forze irrazionali, così come il percorso del tarlo nel legno. I primi anni Cinquanta sono particolarmente sperimentali e Peschi, in taluni casi, rinuncia al legno per sondare le possibilità plastico–espressive di un materiale industriale come l’alluminio. Questo gli permette di confrontarsi con le questioni dell’incidenza della luce e dell’ambiente circostante che, grazie al potere specchiante dell’alluminio, viene ad interagire direttamente sulla superficie dell’opera stessa.