Le chat et le poisson

1948
olio su tela
81×100

Al genio di Gino Severini, già apprezzato nel pastello Tramonto con due covoni del 1905, si riconduce la tela raffigurante una natura morta con gatto e pesce, ascrivibile al 1948.
Da un primo esame, ben si comprende come sulla tavolozza del pittore toscano sia transitata tutta la storia pittorica del Novecento: dal Divisionismo al Futurismo sino alle geometrie cubiste sovrapposte al mosaico puntinista.
Più di quarant’anni sono passati dal suo primo soggiorno parigino e molte le frequentazioni con i protagonisti della prima metà del XX secolo; la natura morta nella raccolta infatti sintetizza felicemente le esperienze internazionali vissute da Severini. In essa, opera della maturità, si condensano le esperienze pregresse dell’artista, dal Futurismo al Cubismo, alla pittura analitica e a quella classica.
L’intera tela è giocata attraverso un’abile scomposizione di piani, nei quali le forme si fanno più spigolose e geometriche, da cui fanno capolino il gatto, nell’atto di agguantare il pesciolino che fuoriesce dal vaso rovesciato, una brocca e un polposo melone.
Il dipinto trova delle forti analogie con le coeve decorazioni parietali, quali La consegna delle chiavi per la chiesa di Saint Pierre a Friburgo (1951) o il ciclo decorativo realizzato, intorno alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso, per gli uffici romani della compagnia aerea KLM.