Concetto spaziale

1958
anilina, inchiostro, collage
50×70

Tra il 1949 e il 1953 Lucio Fontana concepisce la prima serie dei Buchi, in cui utilizza la tela o la carta telata, in una prospettiva completamente rinnovata, bianca o colorata, ma sempre a monocromo, sulla quale viene praticata una sequenza di fori con un punteruolo, dall’andamento dapprima spirale poi via via seguendo schemi più ritmici e geometrizzanti. Dal 1951 al buco si associano le pietre, ovvero frammenti vitrei di varie dimensioni che, sporgendo dalla superficie, contrastano con le aperture dei fori, rafforzando la componente cromatico-luminosa.
Per Fontana l’atto gestuale del forare rappresenta la volontà di aprire un varco verso una dimensione altra, infinita e cosmica dello spazio.
Dai Buchi, passando per i Barocchi e i Gessi, Fontana approda, intorno al 1957-58, alla serie degli Inchiostri, della quale il Concetto spaziale presente nella raccolta è una delle espressioni. L’artista struttura l’opera attraverso l’uso di forme irregolari a collage, sovrapposte a un’ampia campitura di colore (anilina), percorse da sottili grafismi a inchiostro di china e da piccole perforazioni, senza tuttavia arrivare a fendere la tela completamente.