Umberto Mastroianni
Fontana Liri 1910 – Marino Laziale 1998
Si forma a Roma, nello studio dello zio pittore e all’Accademia di San Marcello. Dal 1926 è a Torino, dove approfondisce la scultura nello studio di Guerrisi e, negli anni successivi, conosce Spazzapan, De Libero, Severini e Argan.
Nei primi anni Trenta inizia ad esporre nelle mostre sindacali, nel 1935 è alla Quadriennale di Roma e nel 1936 alla Biennale di Venezia. De Pisis ne ammira le opere in cui ravvisa la fascinazione della statuaria minore egizia ed ellenistica.
Gli anni Trenta segnano un costante dialogo con le avanguardie storiche, in particolare il Futurismo e il Cubismo, dal primo riprende la vitalità plastica, dal secondo la scomposizione delle forme, geometriche e risentite. In questo periodo la sua opera inizia ad essere esposta nelle principali rassegne internazionali.
Partecipa alla guerra come partigiano, esperienza che lo segnerà profondamente, lasciando echi nella sua produzione successiva.
Nel dopoguerra prende parte ai progetti d’internazionalizzazione dell’arte italiana, in particolare alle iniziative dell’Art Club.
Nel 1946 realizza la sua prima opera monumentale, il Monumento al Partigiano, collocata nel cimitero di Torino.
Gli anni Cinquanta vedono un interesse per la scultura informale, per cui utilizza bronzo, ferro, legno e cemento, in cui ha grande rilevanza l’uso del colore.
Nel 1958 ottiene il “Gran Premio Internazionale di Scultura” alla Biennale di Venezia, che gli vale un ciclo di mostre di grande successo negli Stati Uniti, nei primi anni Sessanta.
Dal 1961 al 1969 è direttore dell’Accademia di Bologna.
In questi anni, parallelamente alla scultura, si dedica all’incisione, all’oreficeria e alla produzione di arazzi.
Nel 1964 il Comune di Cuneo gli commissiona il Monumento alla Resistenza italiana, primo di una lunga serie di opere monumentali alla memoria, realizzate in tutta Italia fino agli anni Novanta.
Nella scultura e nel bassorilievo da vita ad un’indagine sugli elementi naturali, costituiti da incastri di pezzi meccanici, che inducono uno sguardo nuovo nei confronti della macchina, sempre più ambivalente nelle sue possibilità sociali ed estetiche.
Negli anni Settanta lascia Torino per Marino Laziale, insegna all’Accademia di Napoli e poi a quella di Roma.
Nel 1974 il Museo Nazionale d’Arte Moderna della Città di Parigi, apre un ciclo di mostre sulla scultura italiana del dopoguerra, proprio con una grande retrospettiva su Mastroianni.
Dal 1979 inizia ad occuparsi di scenografia teatrale per il Coro dei Morti su testo di Leopardi e musica di Petrassi.
Nel 1980 la RAI gli dedica un film Mastroianni scultore.
Nel 1985 a Tokyo gli viene conferito il premio “The 4th Henry Moore Grand Prize Exhibition the Utsukushigahara Open Air Museum” e nel 1987 il “Praemium Imperiale” massimo riconoscimento giapponese in campo artistico.
Nel 1987 Mastroianni dona allo Stato Italiano 26 opere del periodo informale.
Nel 1990 ad Arpino viene creato il “Centro Internazionale di Studi Umberto Mastroianni”, che nel 1993, inaugura una vera e propria sede museale.
In occasione delle Colombiadi, nel 1992, la città di Genova colloca il Belfagor di Mastroianni, davanti al Palazzo Ducale.
A Roma, nel complesso di San Salvatore in Lauro, viene realizzato, nel 1993, il Museo Permanente Umberto Mastroianni.
Nel 1994 viene inaugurata la Cancellata del Teatro Regio e la città di Torino gli conferisce la cittadinanza onoraria.
Muore nel 1998, nella sua casa-museo di Marino Laziale.