Pio Semeghini
Quistello 1878 – Verona 1964
Di umili origini, Semeghini, si forma come autodidatta nel campo della scultura, con saltuarie frequentazioni dei corsi accademici a Brera e a Firenze.
Dal 1899 fino alla Prima Guerra Mondiale soggiorna a più riprese a Parigi, dove si inserisce nell’ambiente artistico, stringe amicizia con Picasso, con cui espone nel 1903, con i pittori Fauves, ma soprattutto con gli italiani, Modigliani, Medardo Rosso e Gino Rossi, con il quale compirà un fondamentale viaggio in Bretagna, per dipingere en plein air opere in cui interpreta liberamente i modelli post-impressionisti.
A Parigi Semeghini sceglie definitivamente la pittura, e rimane influenzato dalla spazialità cézaniana e dal colore Fauves.
Nel 1912 fonda, con Gino Rossi e Arturo Martini, il Gruppo di Burano, noto anche come “Pleiade”, un circolo di giovani pittori naturalisti che soggiornano, per diversi mesi all’anno, sull’isola lagunare approfondendo il tema del paesaggio.
Trasferitosi a Venezia, nel 1919 inizia ad esporre alle mostre dei Dissidenti di Ca’ Pesaro. Gli anni veneziani sono fondamentali per la definizione dello stile di Semeghini: abbandonati i contrasti Fauves, sviluppa un’intensa luminosità, fondata sui toni chiari, ispirati da Bonnard, che veicolano un raffinato lirismo.
Dal 1929 si avvicina alla produzione novecentista, esponendo ad alcune mostre del gruppo.
Alla fine degli anni Venti lascia Venezia per insegnare pittura prima a Lucca e poi a Monza.
Negli anni Trenta si accentua l’interesse per i quadri di figura, già emerso in precedenza, in cui si assiste all’integrazione psicologica delle figure nello spazio, in generale i suoi soggetti tendono sempre più a dissolversi nella luce.
I ritratti di bambini portano ulteriormente avanti questa tendenza con una perfetta integrazione tra figura e spazio.
Nel 1942 si trasferisce a Verona.
Negli anni Cinquanta espone a tutte le biennali di Venezia e vengono organizzate retrospettive sulla sua produzione precedente.
La pittura post bellica giunge ad un totale dissolvimento delle forme, smaterializzate in un’unica, vibrante dimensione luminosa.
Muore nel 1964.