Nino Caffe'
Alfadena 1909 – Pesaro 1975
L’abruzzese Nino Caffè si forma ad Ancona, dove si dedica precocemente allo studio degli antichi su commissione di un antiquario per cui realizza imitazioni di paesaggi seicenteschi.
Nel 1930 si trasferisce a Pesaro, stringe amicizia con il Gruppo dei pittori pesaresi e si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Urbino, diplomandosi in Pittura nel 1935.
Dal 1932 inizia la sua attività espositiva, partecipando alla “Mostra Internazionale di Arte Sacra” a Padova.
Nel 1934 espone alla Biennale di Venezia, dove una sua opera è acquistata dal Re, nel 1935 espone alla II Quadriennale romana.
Trascorre gli anni bellici ad Urbino, insegnando Figura all’Accademia, ospite della famiglia Benedetti, è dalla loro casa, sita di fronte al duomo, che vede transitare i pretini che popoleranno la sua pittura.
Nei secondi anni Quaranta la sua opera riscuote un grande successo e Caffè decide di trasferirsi a Roma per collaborare con la Galleria L’Obelisco, punto di riferimento per la cultura figurativa romana nel dopoguerra e testa di ponte per i rapporti con gli Stati Uniti, la galleria inaugura la sua sede newyorkese proprio con una personale di Caffè. In quell’occasione il MoMA acquista una sua opera.
Il “pittore dei pretini” ottiene un grandissimo successo in Italia e all’estero e porta avanti un’inesausta attività espositiva fino alla morte, nel 1975.
Cifra stilistica della sua pittura sono le raffinate figurette stilizzate dei pretini, guardati con occhio ironico e dissacrante. Caffè indirizza la sua critica a quella che dovrebbe essere la parte più pura della società, la chiesa, con vivaci pretini tutti dediti al personale soddisfacimento dei propri desideri, incuranti degli uomini che lottano da soli contro il male.