Fausto Pirandello

Roma 1899 – 1975

Figlio del drammaturgo Luigi Pirandello, Fausto si forma dapprima come scultore, frequentando lo studio di Sigismondo Lipinski, e poi dal 1920, come pittore, alla Libera Scuola di Nudo dell’Accademia di Roma, sotto la guida di Felice Carena.
Le prime opere sono grafiche e risentono degli influssi della Secessione viennese di Klimt e dell’espressionismo tedesco che aveva avuto modo di ammirare alla “Mostra della Secessione Romana” nel 1913.
Dal 1923 inizia a dipingere, esordendo due anni più tardi alla Biennale di Roma e poi a quella di Venezia.
Nel 1927 parte con l’amico Giuseppe Capogrossi alla volta di Parigi, dove entra in contatto con l’opera di Cézanne, di Matisse e dei Cubisti, e con i pittori italiani Severini, Tozzi, De Chirico e Campigli, fondamentali nella definizione del suo linguaggio artistico degli anni Trenta.
Nel 1931 visita Vienna e Berlino, approfondendo la conoscenza dell’Espressionismo.
Tornato a Roma tiene la sua prima personale alla Galleria di Roma.
Da questo momento avvia un’intensa attività espositiva nelle principali rassegne italiane.
La pittura degli anni Trenta, dopo una fase tonale, vicina alla Scuola Romana, in particolare a Mafai e Scipione, evolve in modo autonomo, secondo una personale rielaborazione delle suggestioni europee e della grande tradizione antica, con opere anti-classiche, dalla forte componente materica e dall’originale impaginazione compositiva. I soggetti sono quelli della vita quotidiana, nature morte e vedute.
Dal 1937 si lega alla Galleria La Cometa di Roma, partecipando anche all’esposizione d’inaugurazione della sua sede newyorkese.
Nel 1939 partecipa alle mostre del gruppo antifascista Corrente, a Milano e all’Esposizione Universale di New York.
Nel dopoguerra vive il dissidio, che coinvolge gran parte degli artisti italiani, tra figurazione post-cubista, in ottemperanza alle direttive del Partito Comunista, e astrazione. Nelle sue opere la scomposizione cubista porta a spostare l’attenzione dal soggetto agli elementi specifici della pittura, come la materia cromatica.
L’attività espositiva prosegue con particolare successo sia in Italia che negli Stati Uniti.
Nel 1956 la Biennale di Venezia gli dedica una personale.
Muore nel 1975.