Augusto Perez

Messina 1929 – Napoli 2000

Perez ha una formazione da architetto a Napoli, ma la sua vera passione è la scultura, praticata da autodidatta sin dai primi anni Cinquanta.
Nel 1951 espone per la prima volta ad una collettiva di giovani artisti un’opera di matrice realista, molto apprezzata da Vasco Pratolini. Decide da abbandonare la Facoltà di Architettura e di conseguire la maturità artistica.
Al 1955 risale la sua prima personale a Roma, con una presentazione di Guttuso. Nello stesso anno è nominato assistente di Emilio Greco alla cattedra di Scultura all’Accademia di Napoli.
Nel 1956 la partecipazione alla Biennale di Venezia, richiama su di lui l’attenzione della critica, che lo considera uno dei giovani più promettenti del panorama artistico italiano.
La sua proposta realista è dettata anche dalla volontà di aderire alle direttive del Partito Comunista, per un’arte accessibile alla massa, nel 1957, i fatti d’Ungheria inducono nello scultore una profonda disillusione ideologica, che lo porta a restituire la tessera del partito e a mettere in discussione il realismo.
Dal 1959 inizia ad esporre negli Stati Uniti, in Brasile, in Giappone e nelle maggiori rassegne italiane, ottiene una sala personale alla Biennale veneziana del 1960.
Negli anni Sessanta passa dal neorealismo degli esordi ad una scultura più esistenziale, con la serie dei Trofei e degli Specchi, in cui, attraverso le citazioni di opere classiche, instaura, all’interno dell’opera, una serie di rimandi concettuali alla Storia dell’Arte.
Per tutti gli anni Sessanta e Settanta Perez fa dialogare la sua soggettività con la tradizione del mondo classico, con il Barocco, con Donatello e Rodin, senza dimenticare il rapporto con la contemporaneità che si declina in ascendenze informali.
Dal 1970 è titolare della cattedra di Scultura all’Accademia di Napoli.
Le esposizioni e i riconoscimenti si susseguono per tutto il decennio.
Dal 1978 si dedica anche alla pittura.
Nel 1980 realizza un bassorilievo in bronzo dedicato ai Caduti di Capri, che viene subito rimosso in seguito alle accese proteste dei cittadini.
Negli anni Ottanta si interessa di disegno.
Nel 1986 alla Quadriennale di Roma viene eletto “Accademico dei Virtuosi del Pantheon”.
La produzione dell’ultimo ventennio del Novecento è segnata da una declinazione tragica della sua fantasia visionaria, riflette sulla solitudine, sul dolore e sulla ricerca, destinata al fallimento, di un senso della vita, di una verità che tutto trascende.
Muore nel 2000.