N° 965
2002
olio su tela
120×80
Sin dagli anni Cinquanta, Nino Ricci, presenta allo spettatore la sua opera senza un titolo, identificata soltanto da un numero, per non distoglierlo all’essenza lirica del quadro stesso.
Con Cézanne, egli ribadisce che tutto in natura è riconducibile alla forma geometrica, dal groviglio di memorie, sedimentate negli anni Sessanta e Settanta, egli ha riportato alla luce l’oggettualità delle forme, sfibrate del tempo ed erose dalla luce, piatte e frastagliate, rese malinconiche e struggenti dall’armonizzazione dei grigi, degli azzurri e dei rosa.