La poesia dei tecnicismi

1941
collage su carta colorata
33×46,5

Giuseppe Ungaretti nel 1963, nei versi di una poesia dedicata a Wladimiro Tulli, esordisce: “D’improvviso, […] mi sono poste sotto gli occhi venti o trenta pitture di Tulli. Non ne posso parlare a lungo, come vorrei, […] Ma ne ho tratto una felicità che mi rimarrà nell’animo: per la fantasia di continuo nuova, per la spontaneità stupenda del colore, per l’invenzione non mai stanca delle libere forme”. Questo è effettivamente quello che si prova di fronte alla sterminata e variegata produzione tulliana, che spazia dalla pittura al collage, dalla ceramica alla scultura, dal disegno ai popolari “materassi”.
Anche la parabola artistica di Tulli, come altri protagonisti della prima metà del XX secolo, parte dai temi legati alla poetica futurista dell’aeropittura sino a varcare i confini dell’astrazione.
Alla fine degli anni Trenta, appena sedicenne, risale la sua adesione al “Gruppo Boccioni”, affascinato dall’arte dei più anziani Bruno Tano, Sante Monachesi e Umberto Peschi.
È proprio la frequentazione di Tano ad avviarlo all’aeropittura futurista, meno conformista e scevra da qualsiasi richiamo naturalistico, bensì proiettata verso la fantasia e l’invenzione di nuove forme.
In questi anni ha occasione di conoscere, e in alcuni casi di stringere profonda amicizia, con Prampolini, Licini e Marinetti. Dopo il secondo conflitto mondiale, in concomitanza con l’insorgere dei primi interessi per l’astrazione, si avvicina ai maggiori esponenti dei movimenti astratti, concreti, spaziali, informali italiani e stranieri. Ecco dunque i primi incontri con Dorazio, Cagli, Capogrossi, Burri ed altri ancora, i quali favoriscono l’indole onirica, quasi surreale, mescolata ad un cromatismo tutto mediterraneo, che contraddistingue la produzione artistica di Tulli negli anni della maturità.
Le quattro opere e il gesso, realizzate tra il 1939 e il 1942, documentano gli esordi del pittore maceratese attraverso la tecnica del bassorilievo, del collage, dell’olio e, al tempo stesso, confermano la sua straordinaria maturità espressiva. È ancora il tema aeropittorico dei velivoli stilizzati, riprodotti in ardite traiettorie, fissati ora nel bronzo ora su cartone, attraverso la stesura di cromie accese e vivaci, ad essere protagonisti incontrastati della sua arte.
Nel collage infine, esempio di parolibera futurista, in cui si ravvisa l’influsso prampoliniano, si realizza l’omaggio a Marinetti.