Ipotesi bellica

1963
masselli di acciaio lavorati
105×95

Negli anni Sessanta per Valeriano Trubbiani, la macchina è l’espressione della civiltà tecnologica che gli suscita ammirazione e repulsione per la duplice connotazione che assume: espressione del genio umano ed elemento di distruzione. Nella serie delle macchine belliche egli assembla pezzi d’acciaio, solcati da segni che rimandano alla pratica artigianale e ad un trattamento delle superfici informale, in forme acuminate ed aggressive, che veicolano tutta la violenza che tali manufatti possono provocare.