Fucilazione

1951
olio su tela
40×50

Emilio Vedova fa parte di quella schiera di pittori che ha profondamente animato la scena artistica italiana per quasi un secolo.
Ad un inizio da autodidatta seguono progressivamente i soggiorni di Roma e Firenze, nella seconda metà degli anni Trenta, dove approfondisce i suoi studi.
Nel 1946 lo vediamo, insieme a Morlotti, alla redazione del Manifesto Oltre Guernica, nel quale viene precisato un chiaro intento di denuncia della civiltà contemporanea. Contestualmente risulta tra gli esponenti della “Nuova Secessione Italiana” e del “Fronte Nuovo delle Arti”, da quest’ultimo si stacca un manipolo di artisti, otto, che andranno a costituire l’omonimo gruppo.
L’adesione di Vedova al “Gruppo degli Otto” avviene nel 1951 e si protrarrà sino al 1953, biennio in cui l’artista dipinge Bombardamento a tappeto e Fucilazione, entrambi dei primissimi anni Cinquanta.
In questi due dipinti il riferimento al secondo conflitto mondiale, e agli orrori del periodo della Resistenza vissuti in prima persona dall’artista, è palese ed è confermato anche dai titoli stessi.
In essi si condensano contenuti altamente drammatici e una forte partecipazione emotiva, tradotti sulla superficie attraverso un rifiuto dell’arte tradizionale a favore di un segno puro, caratterizzato da sferzanti sciabolate di colore, grigie, nere, rosse, bianche o giallastre, che pervadono l’intero spazio pittorico.
Entrambe le opere denotano una perfetta sintonia con la gestualità dell’informale, precisi sono i riferimenti all’action painting americana ed in particolare alla maniera di Hans Hartung e Jackson Pollock.
Fucilazione fa parte del ciclo degli “Scontri di situazioni”, iniziati anch’essi nel 1951.