Calamus

1980 c.
acrilico su tela
97×130

A partire dalla metà degli anni Sessanta Adami elabora una sua interpretazione personale della figurazione, prendendo come sua cifra stilistica l’icona quotidiana del fumetto, lontano degli sviluppi americani e più raffinato dal punto di vista stilistico e narrativo.
Citando la tecnica dell’ottocentesca Scuola di Pont Aven, Adami costruisce composizioni di figure attraverso una potente linea di contorno nera riempita di colori industriali, piatti e vivaci, ma le campiture cromatiche travalicano i limiti della figura e definiscono varie aree geometriche che rimandano alla scomposizione cubista dei piani.
Gli elementi tipici della bassa cultura televisiva, come la lepre scuoiata da una mano misteriosa dei film thriller, e l’investigatore con l’impermeabile dei gialli, si combinano con elementi classici come la colonna e la statua e la parola calamus, in corsivo e al posto della firma, allusiva al pennello dell’artista, libero di creare.