Valerio Adami
Bologna 1935
Adami si forma a Brera all’inizio degli anni Cinquanta, sotto la guida del novecentista Achille Funi.
Nello stesso anno, durante un viaggio a Parigi, incontra Kokoschka, Matta e vede l’opera di Francis Bacon, tutti artisti che influenzeranno la sua opera giovanile, come mostrano i quadri esposti alla sua prima personale alla Galleria del Naviglio a Milano, nel 1959.
All’inizio degli anni Sessanta lavora tra Londra e Parigi, la sua pittura vira da un approccio gestuale, che è lirica espressione di un mondo interiore, verso un recupero della figurazione, alimentata dall’immagine massmediatica, in cui si riscontra l’influsso della Pop Art, ed in particolare di Roy Lichtenstein. L’uso del fumetto lo accomuna alle ricerche del pittore americano ma Adami va oltre, parte dal fumetto e lo innesta su una complessa rete di raffinati rimandi artistici e simboli della cultura alta e popolare.
Nel 1967 soggiorna a New York, dove realizza una serie di grandi tele, esposte l’anno seguente alla Biennale di Venezia, che mostrano interni borghesi, toilette e camere d’albergo, in cui è evidente la violenza e la straniazione insita nella società.
Alla fine degli anni Sessanta viaggia e lavora moltissimo in Sud America, Cuba, Messico e Venezuela.
In questo periodo realizza la serie degli Omaggi ai protagonisti della cultura artistica europea e poi, dagli anni Settanta, quella dei Ritratti letterari, di cui fanno parte i ritratti di Joyce, Mahler, Gandhi e Freud.
Nel 1974 collabora, con opere murali, con l’architetto Bruce Graham alla decorazione dell’edificio della Banca di Madison.
Alla fine degli anni Settanta a New York realizza opere di carattere mitologico, dalle quali Calvino trarrà ispirazione per una sua opera Quattro favole di Esopo per Valerio Adami.
Proseguono i grandi viaggi, nel 1977 è in India, poi in Israele, negli anni Ottanta si reca in Giappone.
L’attività espositiva prosegue intensamente in tutto il mondo, così come le frequentazioni con moltissimi artisti, scrittori, filosofi, che spesso arricchiscono i cataloghi delle sue mostre con testi critici di rilievo.
Negli anni Ottanta e Novanta realizza molte opere per edifici e spazi pubblici, come i pannelli decorativi per l’atrio della Stazione di Austerlitz, a Parigi.
Vive tra Parigi e Meina, una piccola località sul Lago Maggiore.