Renato Di Bosso (Renato Righetti)

Verona 1905 – Arbizzano di Valpolicella 1982

Renato Righetti viene soprannominato “Di Bosso” da Marinetti, in virtù del materiale prediletto dall’artista, appunto il legno di bosso.
Ha una duplice formazione, accademica e artigianale, proviene infatti da una famiglia di scultori ed intagliatori.
I lavori degli anni Venti sono di taglio verista e decorativo e risentono dell’influenza di Adolf Wildt.
Nel 1930 conosce l’opera di Boccioni e ne rimane profondamente colpito, tanto da fondare il primo Gruppo Futurista Veronese “Umberto Boccioni”, nel 1931. Il gruppo sarà particolarmente attivo nella produzione di manifesti, tra i più significativi il Manifesto Futurista per la Scenografia del Teatro Lirico all’Aperto all’Arena di Verona.
Nel 1933 a Roma espone le sue prime opere aeropittoriche, le Aerovisioni sintetiche simultanee del Lago di Garda che evolvono, negli anni successivi, in tre tavolette rotanti, un insieme di tre quadri circolari che, girando su di un perno, consentono diverse visioni.
Negli anni Quaranta mette a punto procedimenti per adeguare la xilografia alla sintesi dinamica, e nel 1941 pubblica il Manifesto dell’Aeroxilografia, tecnica con cui realizza molte opere ispirate allo sport.
Negli anni della guerra interrompe l’attività artistica, ripresa solo nei secondi anni Sessanta.
Muore nel 1982.