Piero Dorazio

Roma 1927 – Perugia 2005

Si forma come architetto, e, non ancora ventenne, si interessa al problema dell’evoluzione dell’arte italiana tra realismo e astrazione.
Nel 1945 con Perilli e Vespignani da vita al gruppo Arte Sociale, che si oppone alla pittura intimista in virtù di un’arte impegnata nella società, per coinvolgere il popolo decidono di non esporre nelle gallerie ma nelle strade e sui marciapiedi.
Dopo il congresso del Partito Socialista il gruppo si divide e Dorazio entra a far parte del Gruppo di Via Margutta con Prampolini, Mafai, Consagra e Severini.
Nel 1947 dà vita al gruppo Forma 1 con Accardi, Attardi, Perilli, Consagra, Guerrrini e Turcato, gruppo di astrattisti marxisti che si oppone alle direttive del Partito Comunista per un’arte realista.
Nel 1948 con l’Art Club organizza a Roma la “Prima Mostra di Arte Astratta”.
La passione politica e la volontà di aggiornamento artistico lo portano a viaggiare moltissimo a Parigi e a Praga. I referenti della sua pittura sono l’avanguardia futurista italiana, l’Espressionismo tedesco e Kandinskij.
Nel 1950 a Roma, con Perilli e Guerrini apre la libreria galleria Age d’Or.
Nel 1952 è tra i fondatori del gruppo Origine con Burri, Capogrossi e Colla.
Nello stesso anno è presente alla Biennale di Venezia.
Inizia ad esporre negli Stati Uniti e a collaborare con prestigiosi college come Harvard. La realtà americana influenza molto la pittura di Dorazio, che stringe amicizia con Duchamp, Pollock e Rothko.
Parallelamente alla pittura sperimenta la scultura, dapprima in legno e in bronzo, poi in perpex, una plastica trasparente con cui indaga gli effetti di luce e movimento.
Nel 1957 tiene la sua prima personale alla Galleria La Tartaruga e nel 1960 ottiene un’intera sala alla Biennale lagunare. Espone le Textures una serie caratterizzata reticoli di colore.
Gli anni Sessanta sono caratterizzati da un inteso impegno sul fronte internazionale, è direttore, per un decennio, del Dipartimento di Arti Visive all’Università della Pennsylvania e fondatore ed esponente del gruppo tedesco Zero.
Le mostre internazionali e i riconoscimenti si susseguono, nel 1970 è commissario della Biennale di Venezia.
Nel 1978 istituisce a Todi una Scuola Atelier per la Ceramica moderna.
Alla metà degli anni Ottanta debutta in Giappone, viene insignito del “Premio del Presidente della Repubblica” e del “Premio dell’Accademia di San Luca”.
Tra il 1993 e il 1996 cura il progetto per cinquanta grandi mosaici di artisti internazionali nella metropolitana di Roma.
Le sue opere vengono acquistate dai più importanti musei del mondo.
Nel 2000 a Macerata gli viene conferito il “Premio Scipione” alla carriera.
Muore nel 2005.