Paulo Ghiglia
Firenze 1905 – Roma 1979
Figlio del pittore Oscar Ghiglia, dimostra precocemente una spiccata attitudine al disegno.
Ha una formazione tipicamente toscana che si esprime prevalentemente nel paesaggio e nel ritratto.
Nei tardi anni Venti è a Roma, dove realizza incisioni per le poesie dialettali di Trilussa.
Esordisce alla Quadriennale romana del 1931, quando la madre invia alla commissione d’ammissione un’opera a sua insaputa.
Si afferma come ritrattista di personaggi pubblici della politica e dello spettacolo, come il Presidente della Repubblica Gronchi, Aldo Fabrizi e Isa Miranda, sua musa. Parallelamente porta avanti una produzione paesaggistica lirica e trasognata.
Nel 1956 espone a Londra ottenendo un grande successo.
Nei primi anni Sessanta si trasferisce per alcuni anni a Parigi.
Negli anni Sessanta realizza tele corali in cui emergono i grandi eventi sociali di quegli anni, in cui offre uno spaccato critico e consapevole delle possibilità aperte dalle contestazioni ma anche dei limiti di scelte che cercano soluzioni solo nella violenza.
La sua fama di ritrattista lo porta a lavorare e ad esporre in tutto il mondo, dalla Russia, agli Stati Uniti, all’India. Egli cerca nel volto l’espressione dell’essenza dell’individuo ritratto.
Negli anni Settanta soggiorna per un breve periodo a Thaiti, dove rimane profondamente colpito dal paesaggio e dalla luce, realizza una serie di pastelli ispirati a questa esperienza.
La sua ricerca artistica si pone in una posizione autonoma rispetto alle correnti e ai gruppi artistici.
Muore nel 1979.