Giuliano Vangi

Barberino del Mugello 1931 

Si forma a Firenze frequentando la Libera Scuola di Nudo e i corsi di Scultura dell’Accademia di Belle Arti.
Nel 1950, ottenuta la cattedra all’Istituto d’Arte, si trasferisce a Pesaro per un decennio, realizzando opere in marmo e cemento, anche di carattere monumentale, dalle forme arcaizzanti ed austere, vicine allo stile di Marino Marini.
Dal 1959 al 1962 è in Brasile, abbandona la figurazione e studia la lavorazione dei cristalli, del ferro e dell’acciaio. Espone al Museo e alla Biennale di San Paulo, dove ottiene riconoscimenti.
Tornato in Italia si stabilisce a Varese, recupera la figurazione, con opere di grande immediatezza, in cui la figura umana, quasi sempre solitaria, è la protagonista incontrastata. Egli esprime il disagio sociale, psicologico ed esistenziale dell’individuo, fortemente radicato alla materia, al suolo, cosa che ribadisce ulteriormente la sua umanità.
Al bronzo e al marmo accompagna l’uso del legno policromo e delle pietre colorate come citazione della scultura classica ma soprattutto in riferimento alle sollecitazioni cromatiche della società mass mediatica, per far si che la scultura sia una lingua viva, in grado di parlare all’uomo del suo presente.
Nel 1963 partecipa ad una collettiva itinerante di arte italiana negli Stati Uniti e, nel corso del decennio, intensifica l’attività espositiva in Italia e nel mondo.
Negli anni Settanta propone figure racchiuse entro grandi cubi in plexiglass, emblemi di costrizione psicologica, ribaltati in anni successivi in opere in cui i sentimenti, le emozioni e la memoria si riverberano all’esterno, veicolati da sereni valori luministici.
Nel 1983 viene insignito del “Premio del Presidente della Repubblica”.
Dal 1994 è Professore Onorario all’Accademia di Carrara.
Negli anni Novanta si occupa di scultura sacra realizzando il Crocifisso e il nuovo Presbiterio della Cattedrale di Padova e l’Ambone del Duomo di Pisa.
Nel 2000 realizza un’opera per il nuovo ingresso dei Musei Vaticani Varcare la Soglia.
Nel 2001 a Mishima, in Giappone, viene inaugurato il primo museo interamente dedicato ad un’artista straniero, Giuliano Vangi, che ospita un folto gruppo di sculture, bozzetti, disegni preparatori e tre opere monumentali nel vasto giardino. Nel 2002 Vangi vince il più prestigioso premio giapponese, il “Praemium Imperiale”.
Negli ultimi anni collabora con architetti del calibro di Renzo Piano e Mario Botta.
Vive a Pesaro.