Luigi Spazzapan
Gradisca d’Isonzo 1889 – Torino 1958
Dopo gli studi tecnici a Gorizia tenta, invano, la prova d’ammissione all’Accademia di Vienna, città in cui risiede dal 1911 al 1913 e dove ammira l’opera di Schiele e Kokoschka.
Allo scoppio della guerra viene arruolato e mandato al fronte, nel 1916 cade prigioniero dell’esercito russo, nel 1918 evade ma viene imprigionato dall’esercito italiano, che lo impiega come interprete nei campi di prigionia.
Nell’immediato dopo guerra si guadagna da vivere insegnando matematica e contemporaneamente avvia l’attività grafica, legandosi ad un gruppo di espressionisti sloveni, il Club dei Giovani.
Dal 1923 decide di dedicarsi esclusivamente all’arte.
Si avvicina al Movimento Futurista Giuliano con cui esordisce a Padova, presentando sculture caratterizzate da una forte attenzione al colore.
Al Caffè Venezia di Gorizia entra in contatto con un vivacissimo ambiente culturale, particolarmente interessato al teatro e al cinema, esperienza che segna il suo definitivo orientamento alla pittura. Con i futuristi giuliani espone nel 1924 a Praga e a Parigi.
Il generale clima di ritorno all’ordine e il provincialismo della cultura italiana finiscono per soffocare l’ambiente avanguardista goriziano e spingono gli artisti a spostarsi.
Spazzapan si trasferisce nel 1925 a Parigi, dove studia l’opera di Cézanne, Van Gogh, Matisse e Picasso, le suggestioni francesi si mescolano alla componente espressionista già presente nelle sue opere. A Parigi, alla Grande Esposizione Internazionale delle Arti Decorative viene premiato con la medaglia d’oro per tre progetti murali.
Nel 1928 viene chiamato a Torino a decorare il Padiglione della Chimica nel Parco del Valentino, in occasione dell’Esposizione Nazionale, qui la polizia politica gli sequestra il passaporto, costringendolo a rimanere nella città sabauda. Stringe amicizia con Paulucci e Levi che lo introducono nel gruppo dei Sei Pittori di Torino con Menzio, Chessa, Galante e Boswell, artisti che al ritorno all’ordine del Novecento contrappongono una pittura fortemente anticlassicista, in costante confronto con la pittura francese impressionista e fauves. Espone con il gruppo in Italia e a Parigi.
Nel 1935 la Quadriennale di Roma gli offre una sala personale e nel 1936 ha un’intera parete alla Biennale di Venezia.
In questo periodo inizia a collaborare come illustratore a «La Gazzetta del Popolo».
Nel secondo dopoguerra diventa una figura di riferimento per la pittura torinese.
Nel 1947 con Mastroianni e Moreni organizza il “Premio Torino”, che ha stretti rapporti con il neonato Fronte Nuovo delle Arti. La sua figurazione si fa sempre più geometrizzante e si combina con elementi astratti.
Dal 1952 porta avanti una pittura di tipo informale, che espone, nel 1954, in una sala personale alla Biennale di Venezia.
Dal 1957 partecipa ad importanti manifestazioni sull’arte italiana negli Stati Uniti e in Germania.
Muore nel 1958.