Gino Rossi
Ciano di Crocetta 1884 – Burano 1947
All’inizio del secolo Gino Rossi è uno dei protagonisti del tentativo di svecchiare l’arte italiana aggiornandola alle ricerche europee.
A partire dal 1907 compie viaggi di formazione in area francese: a Parigi, dove conosce Cézanne e i Fauves, in Bretagna, nel 1910, con Semeghini, sulle tracce di Gauguin, poi in Belgio e in Olanda.
Importanti nella sua opera anche gli influssi del Secessionismo viennese, particolarmente significativo in area veneta agli inizi del secolo.
Nel 1911, tornato in Italia, fa parte, con Arturo Martini, del gruppo dei Dissidenti di Ca’ Pesaro palazzo in cui si organizzavano mostre collettive in opposizione all’approccio ufficiale ed accademico delle Biennali d’arte lagunari. L’esperienza dei Dissidenti si sviluppa in parallelo a quella futurista, con influssi e esiti diversi ma animata dalla medesima esigenza di rottura con una tradizione ormai morta.
Nel 1912 è di nuovo a Parigi con Martini, i due espongono con Modigliani, Boccioni e De Chirico.
Un secondo viaggio in Bretagna lo avvicina al Sintetismo della Scuola di Pont Aven riproposto negli anni del Gruppo di Burano, fondato con Semeghini ed altri artisti che dipingono per molti mesi en plein air a Burano e ad Asolo.
Parallelamente, sempre negli anni pre-bellici, porta avanti una pittura improntata ad un rigoroso impianto costruttivo e volumetrico.
Nel 1914 espone due disegni nell’ambito di una mostra futurista ma non aderisce al movimento.
L’esperienza bellica lascia profonde tracce sulla psiche di Rossi, anche a causa di una lunga prigionia in Germania.
Dopo la guerra porta avanti il filone costruttivo della sua produzione precedente con opere vicine al Cubismo.
Nel 1925 le sue crisi depressive si acuiscono notevolmente e Rossi viene internato nel manicomio di Treviso, dove morirà nel 1947.