Gianni Dova
Roma 1925 – Pisa 1991
Si trasferisce appena sedicenne con la famiglia a Milano, dove frequenta il Liceo artistico e l’Accademia di Brera, allievo di Carrà e Funi.
Frequentando i caffè letterari si avvicina al gruppo antifascista Corrente, che vuole internazionalizzare l’autarchica e provinciale arte italiana, e che trova il suo referente nel Picasso di Guernica (1937).
Nel 1946 firma il Manifesto del Realismo. Oltre Guernica con Crippa, Morlotti, Cassinari e Testori.
Esordisce nel 1947 a Venezia alla Galleria del Cavallino, con opere astratte geometriche, con cui partecipa alla mostra “Arte Astratta, Arte Concreta” a Milano.
Alla fine degli anni Quaranta si avvicina a Fontana e al Movimento Spaziale di cui firma il Manifesto dell’Arte Spaziale nel 1951 e con cui inizia un’intensa attività espositiva in ambito nazionale ed internazionale.
Nel 1951 aderisce al Movimento della Pittura Nucleare, sorto in occasione di una mostra milanese di Baj e Dangelo, ne firma il manifesto con Colombo, Del Pezzo e Crippa.
La mostra di Dova, di quello stesso anno alla milanese Galleria Il Milione è considerata la prima esposizione nucleare, con opere in cui sperimenta soluzioni di smalti e acqua per ottenere superfici ghiacciate e trasparenti. In seguito, con l’aggiunta di sabbia, raggiungerà effetti materici vicini al dripping di Pollock e all’Informale.
Nel 1956 è ad Anversa dove studia l’opera del primo Quattrocento, di Bosch e dei fiamminghi.
Esaurita l’esperienza informale si avvicina al Surrealismo studiando le tecniche automatiche di Ernst, la figurazione visionaria di Munch, Klee, Brauner e Delvaux, visti in occasione di una mostra sul Surrealismo nell’ambito della Biennale veneziana del 1954. Le sue opere si popolano di creature simboliche e metamorfiche, con una raffinata cromia fiamminga.
Nel 1959 partecipa e viene premiato alla Biennale di San Paulo del Brasile ed espone in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1962 ha una sala personale alla Biennale lagunare.
Negli anni Sessanta si è cimentato con la ceramica, frequentando il celebre centro ligure di Albissola.
Dopo un soggiorno in Bretagna, negli anni Settanta, recupera la figurazione e si rivolge alla sua tematica prediletta, il mare.
Muore nel 1991.