Gerardo Dottori

Perugia 1884 – 1977

Animatore del Gruppo Futurista umbro, Dottori ha una formazione al contempo accademica e artigianale. Inizia come decoratore e si trasferisce a Milano nel 1906, dove viene influenzato dalla cultura divisionista e simbolista.
Tornato a Perugia, insofferente al clima culturale cittadino, si lega agli ambienti artistici d’avanguardia di Firenze.
Nel 1911, durante un soggiorno romano conosce Balla e aderisce al Futurismo, l’anno dopo da vita al primo Gruppo Futurista umbro, intitolato a Umberto Boccioni. Tornato dalla guerra si prodiga per diffondere le idee del movimento a Perugia, anche attraverso una rivista da lui fondata e diretta, «Griffa!».
Nel 1923 presenta la sua prima personale da Bragaglia, da quel momento è presente a tutte le esposizioni futuriste.
Nel 1924 è il primo futurista ammesso a partecipare alla Biennale di Venezia.
In questi anni si impegna nel campo della ceramica futurista e della decorazione murale.
Nel 1929 aderisce all’Aeropittura, manifestazione peculiare dalla seconda generazione futurista, che ottiene i suoi massimi risultati nei piccoli centri in cui il futurismo irrompe negli anni Venti. L’enfasi posta sull’aeroplano è interpretata in maniera personale da Dottori che vede in esso uno strumento con il quale riappropriarsi della natura, attraverso l’energia sprigionata dalla macchina egli coglie la vera forza dirompente, quella naturale, capovolgendo dall’interno i tradizionali valori del Futurismo e caricandoli di valenze mistiche.
Nel 1939 ottiene la cattedra di Pittura all’Accademia di Perugia, mantenuta fino al 1967.
Partecipa a frequenti mostre retrospettive sul Futurismo in Italia e nel mondo ed opera anche un’importante attività di critica sulle principali riviste.
Muore nel 1977.