Ermenegildo Pannocchia
Montelupone 1954
Figlio di un falegname Pannocchia esordisce nel campo della scultura utilizzando il legno, secondo le modalità di lavorazione apprese nel laboratorio paterno.
La prima personale di “Mobili-scultura” risale al 1976 a Porto Potenza Picena.
Negli anni Settanta è a Roma, vicino agli artisti dell’Art Club, realizza opere in cui i volti emergono dagli oggetti.
Il percorso creativo di Pannocchia è caratterizzato dalla sperimentazione, in particolare dei materiali, dagli anni Ottanta abbandona il legno per il bronzo e la terracotta.
A partire dagli anni Novanta si cimenta nella scultura monumentale.
Si interessa al metacrilato, già usato da Gino Marotta, e agli studi cromatici attraverso i led e i laser.
Inizia a creare la propria strumentazione di lavoro.
In questo periodo ottiene un certo riconoscimento negli Stati Uniti, dove espone dal 1996.
I volti sono la cifra stilistica della sua produzione, essi emergono leggeri e trasparenti da blocchi compatti, scuri, spesso difficili da lavorare.
Alla fine degli anni Novanta la Fratelli Guzzini Illuminazione gli commissiona otto grandi sculture in alluminio e metalli ferrosi esposte in Germania, Spagna e Francia.
Nel 2000 realizza per il comune di Jesi gli arredi lignei dell’Enoteca Regionale.
Dal 2003 il metacrilato è lavorato in negativo con uno strumento di sua invenzione, una fresa ad aria compressa, una moderna sgorbia attraverso cui ricrea la fatica e la manualità del lavoro artigianale, vera essenza del fare artistico.
A livello dei soggetti l’aspetto tecnologico del materiale industriale viene umanizzato con il ricorso alla citazione classica nei volti.
Le sue opere sono presenti in Europa, Arabia Saudita, Stati Uniti e Giappone.
Vive e lavora a Montelupone.