Ennio Morlotti
Lecco 1910 – Milano 1992
Di umili origini, Morlotti è costretto ben presto ad abbandonare gli studi, ciononostante si forma alla pratica artistica da autodidatta, studiando opere antiche e contemporanee nelle chiese, nelle gallerie e nei musei.
Nel 1936 riesce a trasferirsi a Firenze dove frequenta i corsi di Pittura di Felice Carena all’Accademia di Belle Arti.
Inizia ad esporre nel 1937 ad un concorso sul paesaggio lecchese, con opere ispirate al Chiarismo lombardo, nello steso anno si reca a Parigi per visitare l’Esposizione Universale, vede Guernica (1937) di Picasso e le Bagnanti (1906) di Cézanne.
Nel 1939 si trasferisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Brera, aderisce al gruppo Corrente animato da ideali antifascisti e da una grande apertura alle ricerche europee. Dipinge nudi, ritratti e il paesaggio brianzolo secondo modi espressionisti che risentono di Van Gogh e della pittura fauves, ma soprattutto di Picasso.
Nell’immediato dopoguerra partecipa attivamente al dibattito artistico, collabora con la rivista milanese «Il ‘45» e con la fiorentina «Numero»; firma il Manifesto del Realismo. Oltre Guernica nel 1946 e, l’anno seguente, aderisce al Fronte Nuovo delle Arti. In questi anni Morlotti, al pari di molti artisti italiani, come Guttuso, Treccani, Vedova, Levi, Cassinari, Birolli, Migneco è convinto che l’arte abbia il dovere morale di interagire attivamente con la società e con la politica.
La Biennale di Venezia del 1948 segna la spaccatura del Fronte tra realisti e astrattisti, Morlotti sceglie la via dell’astrazione.
Nel 1951 espone per la prima volta a New York alla Catherine Viviano Gallery, una galleria particolarmente attenta agli artisti italiani, che aveva già instaurato contatti con Afro.
Nel 1952 è tra i fondatori del Gruppo degli Otto con Turcato, Vedova, Birolli, Corpora, Moreni, Afro e Santomaso. Dal 1952 Morlotti è presente a tutte le Biennali di Venezia.
Per tutti gli anni Cinquanta soggiorna in Brianza e dipinge paesaggi dalle forti qualità materiche, vicine alle tendenze informali che aveva avuto modo di vedere in un breve soggiorno parigino del 1947.
Nel 1959 soggiorna in Inghilterra.
Tornato in Italia espone alla Quadriennale romana ed inizia la serie dei Cactus e dei Paesaggi liguri in cui si libera ulteriormente dai riferimenti descrittivi e il colore-materia libera le potenzialità liriche dell’opera.
Negli anni Sessanta si intensifica la sua attività espositiva, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.
Negli anni Settanta, accanto ai paesaggi e agli elementi fitomorfi, ricompaiono le nature morte e i quadri di figura, come testimoniano le serie dei Teschi e dei Nudi.
Nel 1975 inizia l’importante serie delle Rocce, che si svilupperà per tutto il decennio successivo.
Muore nel 1992.