Eduard Habicher

Malles Venosta 1956 

Si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
Nell’elaborazione del suo linguaggio guarda alle sculture astratte di Fontana degli anni Trenta e a Calder.
Inizia ad esporre nel 1982 a Bologna, opere in metallo in cui riflette sullo spiazzamento percettivo dello spettatore, di intonazione vagamente surreale.
Negli anni Novanta porta avanti questo discorso nell’ottica dell’inserimento della scultura, intesa come gesto, nello spazio, sia interno che architettonico, ciò lo porta a produrre principalmente opere site-specific, ossia destinate specificatamente allo spazio che le accoglie, in virtù delle stimolazioni visive, dei rimandi, e delle suggestioni materiali che si creano tra l’opera e l’ambiente. Egli problematizza lo spazio.
Predilige materiali ricettivi alla luce, come il metallo, ma anche frammenti di marmo, legno e vetro, in combinazioni giocate anche sulle proprietà fisiche e ponderali di tali componenti, e sul valore delle ombre. Nelle opere si assiste ad una riduzione della corposità della materia scultorea per far si che essa diventi un segno nello spazio.
Vince la quinta edizione del “Premio Scipione” nel 2002, a Macerata, nella sezione Nuove Generazioni.
Le sue opere sono presenti in raccolte pubbliche italiane ed estere.
Vive e lavora a Merano.