Carlo Levi

Torino 1902 – Roma 1975

Nato da un’agiata famiglia ebrea torinese inizia a dipingere giovanissimo.
Durante gli studi di Medicina conosce Piero Gobetti, che lo invita a collaborare alla rivista «La Rivoluzione liberale», gli presenta Felice Casorati e molti intellettuali antifascisti come Cesare Pavese, Antonio Gramsci e Luigi Einaudi.
Nel 1923 esordisce come pittore alla Quadriennale di Torino e compie il suo primo viaggio a Parigi, a contatto con l’avanguardia europea scrive il suo primo articolo sull’arte.
In questi anni matura la decisione di dedicarsi alla pittura e al giornalismo e abbandona definitivamente la Medicina.
Le opere degli esordi, come quelle esposte alla Biennale del 1924, sono influenzate da Casorati, ma i frequenti viaggi a Parigi, a partire dal 1925, indirizzano la sua pittura verso una ricerca di tipo Fauves, influenzata anche da Modigliani e dall’Espressionismo di Soutine e Kokoschka, in cui l’adesione alla realtà è mediata da un forte interesse per il colore.
Alla fine del 1928 da vita al gruppo dei “Sei Pittori di Torino” con Paulucci, Menzio, Chessa, Galante e Boswell, con il sostegno critico di Leonello Venturi, che al ritorno all’ordine del gruppo Novecento contrappone una pittura orientata al “gusto dei primitivi” (ossia alla pittura del Trecento), fortemente anticlassicista e in costante confronto con la pittura francese impressionista e fauves. Il gruppo avrà vita breve ma permetterà ai suoi esponenti di esporre in Italia, a Londra e a Parigi. In questi anni realizza la serie dei Monotipi ritratti di individui con particolari caratteristiche identificative.
Nel 1931 espone autonomamente alla Quadriennale romana e poi ad una collettiva di artisti italiani a New York con Carrà, Casorati, Sironi e Mafai. Levi intende la pittura come espressione di libertà, anche nei soggetti più tradizionali, come la natura morta, egli si esprime al di là delle convenzioni retoriche che informavano le opere dei novecentisti e dei futuristi.
Nel 1932 ottiene una sala personale alla Biennale lagunare e varie personali a Parigi.
Aderisce al movimento antifascista Giustizia e Libertà dei fratelli Rosselli, partecipando attivamente alle sue iniziative, cosa che gli procurerà un primo arresto nel 1934 e poi il confino in Lucania. Da questa esperienza scaturiranno molte opere pittoriche e una raccolta di scritti sull’arte, i Quaderni di Prigione.
Liberato anticipatamente dal confino inizia, nel 1936, un’intensa attività espositiva in Italia e negli Stati Uniti e si trasferisce a Parigi.
Tornato in Italia durante la guerra, aderisce al Partito d’Azione e dirige la rivista «La nazione del popolo» organo del Comitato di Liberazione della Toscana.
Nel 1942 scrive un saggio contro la pittura astratta Paura della Pittura, considerandola troppo lontana dai valori umani.
Nel 1945 pubblica, presso l’amico Einaudi, il celebre romanzo Cristo si è fermato ad Eboli, in cui denuncia le condizioni di vita dei contadini lucani, totalmente dimenticati dallo Stato.
Nel dopoguerra è impegnato nel rinnovamento politico e sociale del paese e in particolare del Sud, come direttore del quotidiano romano «Italia libera», e poi come collaboratore del torinese «La Stampa».
Negli anni Cinquanta espone in tutto il mondo, nella polemica tra “astrattisti” e “realisti” si schiera decisamente al fianco di questi ultimi. Nel 1951 in polemica con la politica americana espone alla “Seconda Mostra d’Arte contro le barbarie” a Roma. La sua pittura, così come i suoi romanzi, partecipa alla profonda crisi che investe il paese in quegli anni.
Nel 1963 viene eletto senatore del Partito Comunista per due legislature, ma non smette di dipingere, accanto alle opere di forte realismo, realizza materiche composizioni in cui rivive la natura lussureggiante e luminosa degli anni giovanili, filtrata dall’emozione del ricordo.
Nel 1973 vive un periodo di cecità a causa del distacco della retina, che però non gli impedisce di disegnare e di scrivere.
Muore nel 1975.
Nel 1976 a Roma viene istituita la Fondazione Carlo Levi, che espone molte opere dell’artista ed è fortemente impegnata nella promozione culturale.