Tano Festa

Roma 1938 – 1987

Fratello di Francesco Lo Savio, si forma all’Istituto d’Arte di Roma, diplomandosi in fotografia.
Esordisce nel 1959 alla Galleria La Salita con Angeli e Uncini, con opere ispirate alle avanguardie americane. Nel 1961, nella stessa sede, tiene la sua prima personale.
Estrapola oggetti del quotidiano persiane, porte, finestre, specchi e li dipinge, defunzionalizzandoli e conducendoli così nel novero dell’arte.
Nel 1963 entra a far parte della Scuola di Piazza del Popolo riunita intorno alla Galleria La Tartaruga, insieme ad Angeli, Perilli, Rotella, Kounellis e Novelli.
Più che Pop, Festa si definisce “popolare”, egli indirizza la sua ricerca verso l’analisi della tradizione artistica italiana, dalla metà degli anni Sessanta lavora a grandi pannelli in cui appaiono stralci fotografici della Cappella Sistina o delle Tombe Medicee, realizzati con pittura a smalto su tele emulsionate, veicolando la citazione michelangiolesca come un’immagine pubblicitaria.
Nel 1966 viene invitato alla mostra milanese “Cinquant’anni di Dada. Dada in Italia 1916-1966”, dove conosce Arp e Man Ray. In questo periodo realizza le serie dei Cieli.
Viaggia moltissimo in Europa e negli Stati Uniti.
Nei primi anni Settanta tramuta gli oggetti dipinti in pittura di oggetti.
Nel corso del decennio, nonostante sia presente alle principali manifestazioni artistiche, viene praticamente dimenticato dai critici e dai galleristi.
Dopo la serie delle Piazze d’Italia, ispirate a De Chirico, negli anni Ottanta realizza la serie dei Coriandoli, enormi tele fatte lanciando pezzetti di carta su una tela impregnata di materia pittorica.
Riscopre la figurazione con segno duro ed espressionista, che rilegge Munch, Bacon e Matisse.
Nel 1980 espone alla Biennale di Venezia, segno di un rinnovato interesse della critica nei suoi confronti.
Muore nel 1987.
Nel 1990 viene eretta postuma la sua ultima opera Monumento per un poeta morto sulla spiaggia di Villa Margi, nel messinese.