Remo Brindisi

Roma 1918 – Lido di Spina 1996

Figlio di uno scultore del legno, si forma a partire del 1935 a Roma al Centro Sperimentale di Scenografia e alla Libera Scuola di Nudo dell’Accademia, e poi alla Scuola del Libro di Urbino.
Conclusi gli studi si trasferisce a Firenze, dove apre uno studio e tiene la sua prima personale, nel 1940, con una presentazione di Eugenio Montale. In questi anni fa opere espressioniste, lontane sia dal classicismo del gruppo Novecento, sia dalle esperienze astratte.
Nel 1940 viene arruolato e inviato in varie città, tra cui Venezia, dove conosce il gallerista Carlo Cardazzo che gli propone un contratto quinquennale in esclusiva con la galleria veneziana Il Cavallino. A Venezia stringe amicizia con Mastroianni, Guidi, Mascherini e De Pisis.
Nell’immediato dopo guerra si trasferisce a Milano, aderisce al Gruppo Linea costituito da intellettuali e artisti che si dissociano dalla polemica tra realisti e astrattisti, che egemonizzava la cultura italiana, scegliendo una posizione di totale autonomia.
Nel 1949 si reca a Parigi dove visita l’atelier di Picasso.
Nel 1950, sciolto il Gruppo Linea, si avvicina alla pittura realista, di contenuto sociale, resa attraverso un saldo linguaggio cubista, su cui si innestano accenti espressionisti.
Alla metà degli anni Cinquanta abbandona il realismo e da vita al movimento della Nuova Figurazione, con opere primitiveggianti e sintetiche che, attraverso la deformazione della figura umana, rivisitano un mondo arcaico in modo vagamente surreale, sono gli anni dei Pastorelli e delle Venezie.
Nel 1956 realizza, in collaborazione con altri artisti, i 16 simulacri per la processione del Cristo Morto e avvia la realizzazione dei grandi cicli storici.
Si reca negli Stati Uniti dove rimane affascinato dai modi dell’Espressionismo astratto e dall’Action Painting di Pollock. Queste influenze si riscontrano nelle opere dei tardi anni Cinquanta, ispirate da drammatici fatti di cronaca, in cui la pittura si fa gestuale e violenta, fino a giungere alle soglie dell’astrazione.
Negli anni Sessanta espone in molteplici rassegne internazionali.
Nel 1970 fonda nel ferrarese, a Lido di Spina, il Museo Alternativo Remo Brindisi in cui sono raccolte molte sue opere e quelle degli artisti contemporanei che ritiene maggiormente significativi, operazione questa che mostra una notevole consapevolezza critica.
Nel 1972 è nominato presidente della Triennale di Milano, l’anno successivo ottiene la cattedra di Pittura e poi la direzione dell’Accademia di Macerata.
Negli anni Settanta lavora come scenografo, in particolare per la stagione teatrale dell’Arena di Verona.
Negli anni Ottanta realizza per la RAI un dipinto di 20 metri dedicato al giorno della pace.
Muore nel 1996.