Mario Ceroli

Castel Frenano 1938 

Si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Leoncillo, Fazzini e Colla, realizzando inizialmente sculture in ceramica.
Esordisce sulla scena romana nel 1958, vincendo il premio per giovani scultori della Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
In questo periodo abbandona la ceramica per il materiale che diverrà la sua cifra stilistica, il legno grezzo da imballaggio, per porre l’accento sull’elemento primario, sul gesto fondante, artigianale dell’artista, che veicola lo status di opera d’arte alle sagome di oggetti quotidiani, telefoni, lettere dell’alfabeto, semi delle carte da gioco.
Dal 1964 propone le celebri silhouette di personaggi dello spettacolo, con cui spesso costruisce interi ambienti, ad esempio il Piper, storica discoteca di quegli anni. Attraverso le silhouette Ceroli si confronta anche con grandi capolavori del passato, come l’Uomo Vitruviano di Leonardo.
L’immaginario pop che sottende al lavoro di Ceroli è da collocare nell’ambito delle ricerche degli artisti romani della Scuola di Piazza del Popolo, che gravitano intorno alla Galleria La Tartaruga, vero e proprio centro di promozione del pop italiano.
Inizia ad esporre in tutta Italia ed anche nelle principali rassegne internazionali.
L’uso di materiali primari, grezzi, in primis il legno ma anche la terra, il vetro e il ghiaccio, lo avvicina agli artisti dell’Arte Povera, con i quali inizia un’intensa attività espositiva.
Dal 1967 inizia ad occuparsi di scenografia di drammi ed opere liriche, collaborando con La Fenice di Venezia, La Scala di Milano, l’Eliseo di Roma, ma anche per il Bolšoj di Mosca.
Dagli anni Settanta lavora come scenografo per il cinema.
Gli anni Settanta lo vedono impegnato nelle fila della sinistra militante, vicino alle posizioni del quotidiano «Lotta Continua».
L’interesse per la figura nello spazio lo porta a sperimentare anche la progettazione di ambienti, sia privati che pubblici. Nel 1975 realizza l’arredo della Chiesa di Porto Rotondo, nel 1988 quello di Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca a Roma.
Dagli anni Novanta progetta l’apertura di un museo a Roma, uno spazio suggestivo, in continuo mutamento, in cui esporre moltissime sue opere.
Vive e lavora a Roma.