Marcello Mascherini
Udine 1906 – Padova 1983
Si forma come scultore ornatista all’Istituto d’Arte di Trieste nei primi anni Venti. Grazie alle sue doti plastiche il Comune gli affida, appena ventenne, il restauro della Fontana dei quattro continenti e gli stucchi del Teatro Politeama Rossetti.
Inizia ad esporre opere di carattere naturalistico.
Nel 1931 è presente alla Quadriennale di Roma dove conosce l’opera di Arturo Martini, da cui trae un certo interesse per le forme arcaizzanti.
Inizia a partecipare a tutte le principali rassegne artistiche italiane, ottenendo un buon successo, tale che nel 1937 è chiamato a decorare la Torre del Padiglione Italiano all’Esposizione Universale di Parigi. Durante questo soggiorno approfondisce lo studio dell’Impressionismo e di Maillol.
Nel 1938 ha una sala personale alla Biennale veneziana ed espone anche a Budapest e a Parigi.
Negli anni bellici continua ad esporre, vince prestigiosi premi per la scultura in Italia e all’estero; il suo linguaggio figurativo si avvia verso una progressiva stilizzazione formale, con figure affusolate, spesso d’ispirazione mitologica.
Dal 1945 è attivo promotore culturale nella sua città, fonda il Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste e diventa, fino al 1982, Direttore delle Arti Figurative.
Nel 1948 inizia a decorare navi da crociera con la realizzazione di un enorme gesso L’anello degli Argonauti per la turbonave passeggeri “Conte Biancamano”.
Il “Gran Premio per la Scultura” della Biennale veneziana del 1950 apre la via ad un ciclo di mostre a Parigi e, in seguito, in Brasile.
Il secondo viaggio parigino è fondamentale per l’aggiornamento sulle recenti tendenze europee e, contemporaneamente, porta Mascherini ad interessarsi all’arte gotica della cattedrale di Chartres.
Dal 1955, attratto dalle possibilità liriche della materia, realizza opere di forte ascendenza informale, soprattutto forme metamorfiche animali e vegetali e chimere.
Dal 1957 si occupa di regia, scenografia e costumi teatrali e fonda, a Trieste, il gruppo La Cantina, che organizza spettacoli d’avanguardia.
Dal 1958 al 1962 è membro del Consiglio Superiore delle Belle Arti.
Un viaggio nei paesi dell’Est europeo e in Grecia nel 1960 introduce elementi dell’arte greca arcaica, elaborati in chiave informale.
In questo periodo, profondamente scosso dalla morte della moglie, inizia a lavorare anche con la pietra carsica, realizza opere dalle superfici appena sbozzate, segnate da solchi profondi, con una particolare attenzione alle possibilità luministiche.
Nel 1972 insegna all’Accademia di Salisburgo, istituzione all’avanguardia nella didattica artistica.
I principali musei del mondo acquistano le sue opere, nel 1973 l’Open Air Museum Hakone in Giappone gli organizza una personale ed acquista alcune sue opere.
Negli anni Settanta enfatizza la componente magico-allegorica delle sue sculture.
Muore nel 1983.