Lucio Del Pezzo
Napoli 1933 – Milano 2020
Si forma nel corso degli anni Cinquanta a Napoli, frequentando dapprima la Libera Scuola di Disegno, di Storia dell’Arte e Archeologia, che gli permette di svolgere ricerche archeologiche in Grecia, poi il corso di Pittura dell’Accademia.
Nel 1955 tiene la sua prima personale a Padova.
Nel 1958 è tra i fondatori del napoletano Gruppo 58, vicino ai Nucleari milanesi e al gruppo Phases di Parigi. Da questo momento inizia la sua attività di critico sulle pagine della rivista «Documento Sud» che ha una posizione polemica nei riguardi delle ricerche informali.
Nel 1959 soggiorna a Matera, dove lavora come professore di Ceramica e pittore, decorando la grande cupola della Chiesa di Sant’Antonio a Stigliano.
Nel 1960 Enrico Baj lo invita a Milano, ad esporre nella Galleria di Arturo Schwarz, dove presenta per la prima volta i suoi quadri-scultura, in cui inserisce piccoli oggetti come chiodi e cordicelle, ma anche ex voto, accostati in modo surreale, attraverso cui propone una raffinata satira nei riguardi di un mondo troppo meccanizzato.
Nel 1961 ottiene la sua prima personale a New York.
Alla metà degli anni Sessanta, dopo un viaggio a Parigi in cui ha approfondito lo studio delle avanguardie storiche, abbandona le citazioni dada e da vita, nei suoi quadri-scultura, ad una fitta rete di rimandi metafisici, arcani ed enigmatici.
In questo periodo inizia un’intensa collaborazione con gli architetti per la progettazione d’interni.
Nel 1966 ottiene una sala personale alla Biennale di Venezia.
La sua fama si internazionalizza, viene spesso chiamato a tenere lezioni e conferenze nelle più importanti università europee ed americane.
Nel 1968 il governo francese acquista due sue opere e le inserisce nella Sala Metafisica del Museo di Grenoble, insieme alle opere di De Chirico, Carrà, Ernst ed Herbin, gli commissiona inoltre due sculture per il complesso scolastico di Dijon.
Partecipa al Festival Mondiale dei Popoli a Cuba, nel 1969.
Dal 1970 alla metà degli anni Novanta è progettista grafico per l’Olivetti di Ivrea e per la Renault Italia.
Collabora con Giò Ponti a Milano e con il Centre Pompidou di Parigi, sia nella decorazione esterna del cantiere, quando l’edificio è ancora in costruzione, sia come responsabile di uno stage teatrale per bambini.
Negli anni Ottanta prosegue l’attività didattica nelle università americane.
Le mostre di questo periodo sono caratterizzate da un taglio monografico, con cicli di opere su un’unica tematica.
Dal 1984 è titolare del corso di Pittura Sperimentale alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano e si occupa di scenografia teatrale.
Negli anni Novanta viaggia moltissimo in India, Nepal e Polinesia.
Nel 1998 realizza una grande decorazione nell’Atelier milanese di Gianfranco Ferré.
A Napoli, collabora nel 2000 alla decorazione delle stazioni della metropolitana, con rilievi in ceramica e bronzo.
Le sue opere sono esposte nei principali musei del mondo.
Muore a Milano nel 2020.