Luciano Minguzzi

Bologna 1911 – Milano 2004

Figlio di uno scultore, si forma dapprima nella bottega paterna e poi all’Accademia di Bologna, dove segue il corso di Scultura e quello di Grafica, tenuto da Morandi, e le lezioni di Storia dell’Arte di Longhi.
Nel 1931 espone per la prima volta a Firenze, riflette sui modelli classici e sull’opera di alcuni contemporanei come Arturo Martini e Marino Marini.
Nel 1934 vince una borsa di studio per Parigi, dove ammira l’opera di Medardo Rosso, Rodin, Modigliani, Degas e Manet. In quest’anno espone per la prima volta alla Biennale di Venezia.
Nel 1938 vince il concorso per la decorazione del salone centrale della Biennale lagunare.
Nel 1943 vince il premio per la Scultura alla Quadriennale di Roma.
Durante la Seconda Guerra Mondiale è di stanza a Verona, dove studia l’arte antica e i portali di San Zeno. Partecipa attivamente alla Resistenza come partigiano.
L’immediato dopoguerra è un periodo di grande fermento artistico, fonda a Bologna il gruppo Cronache che organizza molteplici manifestazioni culturali ed ha anche una propria sede espositiva.
Nel 1948 compie un viaggio a Parigi dove elabora in modo personale la lezione picassiana e approfondisce le nuove tendenze artistiche internazionali.
Negli anni Cinquanta realizza serie sugli animali in cui c’è uno stretto rapporto dialettico tra esigenze narrative ed innovazioni formali.
Vince il concorso indetto nel 1950 per la Quinta Porta del Duomo di Milano, ultimata nel 1965, è un’opera dalla potente plasticità, con forme piene e compatte, dalla forte violenza espressiva.
Insignito dei più prestigiosi riconoscimenti, nel 1955, viene chiamato ad esporre al MoMA di New York. A partire dal 1957 la sua fama si internazionalizza, espone in Australia, Perù, Svezia e Inghilterra, in seguito anche in Medio Oriente.
Dal 1956 è docente di Scultura all’Accademia di Brera.
Alla fine degli anni Cinquanta realizza gli Uomini del Lager in cui salda insieme bronzo e ferro, bassorilievo e tuttotondo.
Negli anni Sessanta arriva alle soglie dell’astrazione con le serie Luci nel Bosco e Ombre nel Bosco, opere dalle forme espanse e leggere.
Nel 1970 gli viene commissionata la Porta del Bene e del Male per la Basilica di San Pietro in Vaticano.
Inizia in questo decennio il ciclo dei Nuotatori, in cui emerge il desiderio di ritrovare la perduta identità tra uomo e natura.
Nel 1981 realizza le scenografie per la stagione lirica dell’Arena di Verona.
Negli anni Ottanta e Novanta si dedica anche all’attività grafica, con disegni dalla grande energia cromatica ed espressiva.
Tra il 1988 e il 1997 realizza il portale di San Fermo Maggiore a Verona.
Nel 1996 apre a Milano il Museo Minguzzi.
Muore nel 2004.