Antonio Vangelli
Roma 1917 – 2004
Appartenete ad una famiglia di artisti si forma con il padre e con il fratello sia in campo pittorico che scultoreo.
Si inserisce nel panorama culturale romano frequentando il gruppo riunito intorno alla rivista «Roma Fascista».
Inizia ad esporre nei primi anni Quaranta opere ispirate alle maschere, e, parallelamente, avvia l’attività di illustratore per le riviste e le opere letterarie, nel 1942 esegue la copertina per La spiaggia di Cesare Pavese.
Dal 1943 si avvicina agli ambienti della Scuola Romana, conosce Ungaretti, Guttuso, Turcato, Melli, Pirandello, Gentilini, con i quali espone ad una collettiva l’anno seguente. La sua pittura parte da presupposti realistici ed è animata da colori puri e timbrici.
Dal 1945 inizia a suscitare l’interesse della critica ed espone alla Quadriennale romana la serie dei Ponti geometrici.
Nel 1953 espone alla Galleria La Tartaruga la serie ispirata al Circo.
La metà degli anni Cinquanta lo vede protagonista di molti viaggi in Belgio, Danimarca e Francia, dove il suo linguaggio pittorico si carica di valenza espressioniste.
Nei secondi anni Cinquanta ha interessi vicini a quelli degli spazialisti, anche se non aderisce al movimento, lavora ad opere ispirate alle Galassie e alla bomba atomica.
Negli anni Sessanta espone in numerose gallerie italiane, dove spesso gli vengono dedicate mostre retrospettive. La sua produzione arriva, per un breve periodo, alle soglie dell’astrazione, con larghe campiture cromatiche delimitate da spesse bordure nere.
Nonostante la sua presenza attiva sulla scena artistica nazionale, Vangelli resta un artista volontariamente isolato, che porta avanti le sue ricerche in piena autonomia.
Muore nel 2004.