Ettore Tito

Castellammare di Stabia 1859 – Venezia 1941

Si forma inizialmente a Napoli, nello studio di un pittore olandese, e poi a Venezia all’Accademia di Belle Arti.
Esordisce nel 1887 con una veduta veneziana, influenzata dal pittore ottocentesco Favretto, che coniuga l’attenzione per il disegno a quella per il colore, il successo è tale che l’opera viene acquistata dal Governo italiano.
Le prime opere sono in stile realistico, scene popolari veneziane in cui c’è una particolare attenzione alla luce.
Agli inizi del secolo si riscontra un certo eclettismo, ispirato alla pittura veneta del Cinquecento e del Settecento, con marine ma soprattutto scene mitologiche, allegoriche, popolate da ninfe e amorini, in cui il colore brillante e la pennellata veloce risentono dell’opera di Sargent.
In questo periodo realizza alcune sculture molto tradizionali e aderenti ai canoni classici.
Negli anni Dieci realizza molti ritratti femminili che guardano a Boldini.
Negli anni Venti è docente di Pittura all’Istituto di Belle Arti di Venezia.
Nell’ambito del generale interesse per la pittura murale, negli anni Trenta, si cimenta nell’affresco, realizzando soprattutto opere religiose, come il soffitto della Chiesa degli Scalzi a Venezia, nel 1933, in sostituzione di quello del Tiepolo distrutto durante la Prima Guerra Mondiale.
La Biennale di Venezia gli dedica un’intera sala nel 1932.
Muore nel 1941.