Antonio Bueno

Berlino 1918 – Fiesole 1984

Figlio di un celebre scrittore e giornalista, Bueno si forma, negli anni Trenta in Svizzera, sia dal punto di vista artistico, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Ginevra, alloggiando nella Maison des verre di Le Corbusier, sia da punto di vista politico, militando, nella sezione giovanile del Partito Comunista.
Esordisce a Parigi, nel 1938, nel campo dell’illustrazione.
Dal 1940 si stabilisce a Firenze con il fratello pittore Xavier, ed entra in contatto con artisti antifascisti, stringe amicizia soprattutto con Annigoni.
Inizia ad esporre a Firenze, a Milano nel 1947 conosce De Chirico, che in seguito lo annovererà tra i dieci migliori pittori da lui conosciuti.
Nel 1948 i fratelli Bueno, elaborano, con Annigoni e Sciltian, il Manifesto dei Pittori Moderni della Realtà, per un’arte che guarda in modo oggettivo alla realtà, filtrandola attraverso la grande tradizione pittorica italiana.
Nel 1950 diventa segretario di redazione della rivista fiorentina d’arte astratta «Numero», esperienza che porta nella sua opera una forte geometrizzazione, che assume talvolta connotati metafisici, come nella serie delle Pipe di gesso, talaltra raggiunge le soglie dell’astrazione.
Nel 1958 si reca negli Stati Uniti, dove tiene alcune mostre.
Nel 1962 propone a Firenze un incontro operativo tra pittori, musicisti e poeti d’avanguardia, tra cui Piero Manzoni, con cui fonda il Gruppo 70, e allestisce la prima mostra italiana di pittura monocroma, ispirata alle coeve tendenze tedesche e americane. Nella prima metà degli anni Sessanta realizza solo quadri bianchi e neri.
Nel 1963 allestisce a Firenze la mostra internazionale della “Nuova Figurazione”.
Nel 1964 Renato Barilli lo chiama ad esporre alla prima mostra di poesia visiva “Homo Technologicus”, organizzata dal Gruppo 63.
In questi anni realizza opere polimateriche e quadri-fumetto in collaborazione con Isgrò, sperimenta inoltre l’Audiopittura realizzata con la macchina da scrivere.
Nel 1966 apre a Parigi la Galleria G30, dove espone artisti italiani.
Nel 1968 espone con il Gruppo 70 a Pechino, l’anno successivo esce dal gruppo e passa dalla Neoavanguardia, a quella che lui stesso definisce “Neoretroguardia”. Inizia la celebre serie delle “donnine”, tema che lo caratterizzerà fino alla fine della sua produzione.
Dal 1972 insegna all’Università Internazionale dell’Arte di Firenze.
Nei primi anni Settanta fa una sorta di anacronistica rivisitazione dei grandi maestri, inizia una serie ironicamente intitolata D’après in omaggio a Leonardo, Picasso, Klee, Giorgione e a molti altri artisti passati e coevi.
Nel 1976 illustra con dei fumetti il Palio dell’Assunta per il Comune di Siena, opera che suscita molte polemiche.
Le sue opere vengono esposte in tutto il mondo, con grande successo e riconoscimenti.
Muore nel 1984.