Antonietta Raphaël Mafai

Kovno 1900 – Roma 1975

Moglie di Mario Mafai ed esponente della Scuola Romana, la Raphaël è un’artista dalla personalità complessa che risente di molteplici esperienze internazionali.
Si trasferisce a Londra dopo la morte del padre, un rabbino, e intraprende studi musicali e artistici alla Royal Accademy.
Nel 1919 è a Parigi dove frequenta gli ambienti artistici d’avanguardia.
Nel 1924 si trasferisce a Roma si iscrive alla Libera Scuola di Nudo dell’Accademia, conosce Mafai e Scipione ed esordisce con loro nel 1929 alla prima mostra del Sindacato laziale.
La casa che condivide con Mafai in via Cavour diventerà il punto d’incontro della Scuola Romana.
Il suo apporto è fondamentale, non solo per l’approccio estremamente personale e vitalistico al colore, ma anche perché foriero di un complesso insieme di influssi e suggestioni colti a Parigi negli anni Venti. La sua pittura è carica di elementi fantasiosi e di emotività.
Nel 1930 parte con Mafai alla volta di Parigi, dove inizia ad interessarsi di scultura per non essere in competizione con il marito, che ben presto ritorna in Italia, mentre lei rimane fino al 1933, con una breve parentesi londinese.
Tornata a Roma lavora ad opere completamente estranee all’ambiente italiano, influenzate da Maillol e Bourdelle.
Nel 1938 la promulgazione delle leggi razziali induce la famiglia Mafai a trasferirsi a Genova con l’aiuto del collezionista Alberto Della Ragione, la Raphaël entra così in contatto con Manzù, Guttuso e Birolli, in questo periodo nella sua scultura emerge una meditazione sull’opera di Rodin.
Nonostante la sua fervente attività artistica la sua opera non trova critiche favorevoli fino al 1952, quando vince un premio alla IV Quadriennale romana, e allestisce un’antologica alla Galleria Lo Zodiaco.
Nel 1956 compie un viaggio in Cina con una delegazione di artisti italiani tra cui Sassu, Turcato e Fabbri.
Iniziano i riconoscimenti sia in ambito nazionale che internazionale.
Muore nel 1957.