Sirio Reali
Macerata 1943
Si forma a Macerata e poi a Roma nei primi anni Sessanta.
Espone per la prima volta nel 1966 alla mostra di Natale della Brigata amici dell’Arte di Macerata, con opere che rimandano al Surrealismo.
Dagli anni Settanta realizza opere dal forte contenuto simbolico, concepito come via di scampo al cinismo imperante.
Dal 1978 lavora alla serie di Forni, strutture primitive caricate di valenze alchemiche che inducono lo spettatore a calarsi in un mondo popolato di segni incomprensibili, da cui farsi rapire, in una sorta di magica fascinazione.
Negli anni Ottanta intensifica l’attività espositiva anche in Europa e negli Stati Uniti.
Le opere degli anni Ottanta e Novanta sono caratterizzate da architetture razionaliste stranianti, rese ancor più irreali dall’uso del pastello.
Nei primi anni Novanta realizza una serie di opere grafiche in cui oggetti da rigattiere, anonimi, isolati in sé stessi, denunciano la loro natura oggettuale, non in chiave pop, ma in un’ottica lirica di prodotti umani sfuggiti al consumismo che tutto fagocita e feticizza.
I secondi anni Novanta sono segnati da una riflessione sul tema dello spazio, del passaggio dal dentro al fuori, uno spazio che era mentale e si è fatto fisico, come vediamo nella serie delle Strade, dei Bypass africani (realizzati dopo un viaggio in Africa), delle Planimetrie domestiche e delle Topografie.
Vive e lavora nella campagna recanatese.